FREQUENTAZIONI 2021 – Mostra fotografica collettiva
22-23-24 Ottobre 2021
Casa Caprari Maritan – Via San Marco 66, Celeseo di Sant’Angelo di Piove di Sacco (PD)
Inaugurazione venerdì 22 ottobre 2021 alle ore h. 18.00 con Dj set di LECRI
Frequenze Visive con il patrocinio del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco presenta FREQUENTAZIONI 2021, la mostra che raccoglie i lavori di
Alberto Ciprian, Andrea Zadro, Carmen Auriemma, Chiara Cecchin, Helena Sudulic, Luigi Bruni,
Matteo Ferraresso e Vittorino Zambello che hanno partecipato al corso IL (TUO) PROGETTO FOTOGRAFICO, a cura della fotografa professionista Silvia Pasquetto.
Alberto Ciprian, Andrea Zadro, Carmen Auriemma, Chiara Cecchin, Helena Sudulic, Luigi Bruni,
Matteo Ferraresso e Vittorino Zambello che hanno partecipato al corso IL (TUO) PROGETTO FOTOGRAFICO, a cura della fotografa professionista Silvia Pasquetto.
Frequentazioni 2021 sarà il racconto di un percorso di crescita personale e fotografica che stavolta è stato più difficile.
La matrice su cui sono stati costruiti i progetti di questa edizione, sono stati la fatica di tenere alta la motivazione per quasi due anni con un lockdown e una pandemia globale.
Un gruppo di progetti fortemente introspettivi, specchio di un’epoca di implosione interna e sociale, che indaga diverse dinamiche interiori: ognuno con uno stile preciso, con un tono visuale proprio, perché diversa l’anima che lo veicolava.
La matrice su cui sono stati costruiti i progetti di questa edizione, sono stati la fatica di tenere alta la motivazione per quasi due anni con un lockdown e una pandemia globale.
Un gruppo di progetti fortemente introspettivi, specchio di un’epoca di implosione interna e sociale, che indaga diverse dinamiche interiori: ognuno con uno stile preciso, con un tono visuale proprio, perché diversa l’anima che lo veicolava.
MATTEO FERRARESSO – ROLLING STONE
DESCRIZIONE
La fotografia, quella vera, fa notare cose che non saremmo mai stati in grado di vedere altrimenti. È osservazione, è nello sguardo dell’autore. Può un sassolino nella scarpa diventare big bang? Possono oggetti entrare ed uscire dalle immagini? Si può essere risucchiati dentro un mondo immaginario e nei suoi multipli livelli di stratificazione? Un progetto di grande componente creativa e concettuale, costruito con lentezza e attenzione zen che forse ci prende anche in giro e che parla di come la fotografia possa anche mentire, se a costruirla è una mente intelligente.
La fotografia, quella vera, fa notare cose che non saremmo mai stati in grado di vedere altrimenti. È osservazione, è nello sguardo dell’autore. Può un sassolino nella scarpa diventare big bang? Possono oggetti entrare ed uscire dalle immagini? Si può essere risucchiati dentro un mondo immaginario e nei suoi multipli livelli di stratificazione? Un progetto di grande componente creativa e concettuale, costruito con lentezza e attenzione zen che forse ci prende anche in giro e che parla di come la fotografia possa anche mentire, se a costruirla è una mente intelligente.
BIOGRAFIA:
Me stesso in poche parole:
Amichevole, Simpatico, Avventuroso
Velocemente:
– nato nel 1982
– sono stato preparatore di portieri di calcio
– adoro il caffè accompagnato alla grappa
– la montagna mi rasserena l’animo
– amo viaggiare e dovrei farlo più spesso
– per quanto mi piaccia viaggiare non c’è mai un posto come Casa
– follemente innamorato del Giappone
– sono cresciuto ascoltando Battiato e Fabrizio De André
– amo la pioggia
– le imprese impossibili mi eccitano
– leggere mi fa sentire meno ignorante
– non ho un pezzo di carta con scritto che sono fotografo perché nessuno lo chiede
Me stesso in poche parole:
Amichevole, Simpatico, Avventuroso
Velocemente:
– nato nel 1982
– sono stato preparatore di portieri di calcio
– adoro il caffè accompagnato alla grappa
– la montagna mi rasserena l’animo
– amo viaggiare e dovrei farlo più spesso
– per quanto mi piaccia viaggiare non c’è mai un posto come Casa
– follemente innamorato del Giappone
– sono cresciuto ascoltando Battiato e Fabrizio De André
– amo la pioggia
– le imprese impossibili mi eccitano
– leggere mi fa sentire meno ignorante
– non ho un pezzo di carta con scritto che sono fotografo perché nessuno lo chiede
CHIARA CECCHIN – IL CIELO IN UNA STANZA
DESCRIZIONE
La morte rimane l’esperienza umana più difficile da integrare nella nostra cultura e nelle nostre vite. In questo progetto, il dolore di una partenza si trasforma in una carezza delicatissima. Il buio diventa riflessione luminosa sul senso di esserci e del non esserci più, del dovere partire ma di dovere lasciare tutto ciò che è materiale qui. C’è ancora vita nelle cose che restano grazie all’amore di chi è qui e ricorda. La fotografia ora liberata dai propri confini fisici diventa un messaggio su una cartolina affrancata che veicola verso l’alto il sentimento e lo trasforma.
La morte rimane l’esperienza umana più difficile da integrare nella nostra cultura e nelle nostre vite. In questo progetto, il dolore di una partenza si trasforma in una carezza delicatissima. Il buio diventa riflessione luminosa sul senso di esserci e del non esserci più, del dovere partire ma di dovere lasciare tutto ciò che è materiale qui. C’è ancora vita nelle cose che restano grazie all’amore di chi è qui e ricorda. La fotografia ora liberata dai propri confini fisici diventa un messaggio su una cartolina affrancata che veicola verso l’alto il sentimento e lo trasforma.
BIOGRAFIA:
Padovana, 27 anni. Eternamente in bilico tra un lato razionale/scientifico e uno emotivo /artistico. Quella di trovare nuovi modi di esprimermi è stata una ricerca iniziata fin dai primi anni dell’adolescenza, come sfogo per la mia grande sensibilità emotiva. Partendo dal disegno, sono poi approdata alla fotografia, anche a “compensazione” degli studi scientifici.
In fotografia ho un approccio molto impulsivo e istintivo. Prediligo la fotografia di ritratti e mi appassionano i dettagli, i particolari, le piccole cose che spesso sfuggono ad un primo sguardo. Anche se è iniziato come un’economica alternativa all’impiego di modelli, l’autoritratto è poi diventato per me un vero e proprio strumento di indagine personale.
Padovana, 27 anni. Eternamente in bilico tra un lato razionale/scientifico e uno emotivo /artistico. Quella di trovare nuovi modi di esprimermi è stata una ricerca iniziata fin dai primi anni dell’adolescenza, come sfogo per la mia grande sensibilità emotiva. Partendo dal disegno, sono poi approdata alla fotografia, anche a “compensazione” degli studi scientifici.
In fotografia ho un approccio molto impulsivo e istintivo. Prediligo la fotografia di ritratti e mi appassionano i dettagli, i particolari, le piccole cose che spesso sfuggono ad un primo sguardo. Anche se è iniziato come un’economica alternativa all’impiego di modelli, l’autoritratto è poi diventato per me un vero e proprio strumento di indagine personale.
ALBERTO CIPRIAN – STANZA 2/4
DESCRIZIONE
Una condizione che ci caratterizza come esseri umani è quella della ripetizione: uno stato che per il bambino è rassicurante, per l’adulto può essere disturbante. Tutti abbiamo fatto esperienza di qualcosa che ciclicamente torna e di cui non ci riusciamo a liberare: un pensiero ossessivo, una modalità o un comportamento, una tipologia di persona. In questa stanza, in un non-tempo e in un non-luogo, riaccade ogni volta nello stesso modo. Una storia fatta da un susseguirsi ciclico di frame visivi che confondono l’osservatore e lo tengono in uno stato teso, sospeso e mai risolto.
Una condizione che ci caratterizza come esseri umani è quella della ripetizione: uno stato che per il bambino è rassicurante, per l’adulto può essere disturbante. Tutti abbiamo fatto esperienza di qualcosa che ciclicamente torna e di cui non ci riusciamo a liberare: un pensiero ossessivo, una modalità o un comportamento, una tipologia di persona. In questa stanza, in un non-tempo e in un non-luogo, riaccade ogni volta nello stesso modo. Una storia fatta da un susseguirsi ciclico di frame visivi che confondono l’osservatore e lo tengono in uno stato teso, sospeso e mai risolto.
BIOGRAFIA
Alberto Ciprian è una mente analogica che vuole esprimere se stesso attraverso la fotografia.
Dal 2017 ricerca il proprio stile espressivo sperimentando con materiali fotosensibili la restituzione di un’immagine autentica e permeata della propria visione.
Si dedica alla stampa Fine Art e alle antiche tecniche per riprodurre su un supporto fisico un’istante effimero ormai spesso relegato in un piccolo schermo luminoso.
Sempre disponibile a condividere le proprie conoscenze e collaborare con fotografi e artigiani per appassionare nuove menti e attrarre al mondo della fotografia materica.
Alberto Ciprian è una mente analogica che vuole esprimere se stesso attraverso la fotografia.
Dal 2017 ricerca il proprio stile espressivo sperimentando con materiali fotosensibili la restituzione di un’immagine autentica e permeata della propria visione.
Si dedica alla stampa Fine Art e alle antiche tecniche per riprodurre su un supporto fisico un’istante effimero ormai spesso relegato in un piccolo schermo luminoso.
Sempre disponibile a condividere le proprie conoscenze e collaborare con fotografi e artigiani per appassionare nuove menti e attrarre al mondo della fotografia materica.
CARMEN AURIEMMA – “ConNessi”
DESCRIZIONE
Essere una donna. Essere in relazione. La complessità. Il legame e la perdita. Il filo rosso.
Un progetto di autodeterminazione, di rabbia ma anche di ripresa in mano della propria femminilità e condizione. Un lavoro a flusso di coscienza che chiede di essere osservato con cura, per farci perdere nei dettagli e poi farci ritrovare nella vista d’insieme. Una composizione viscerale e istintiva, a tratti segmentata che riflette a specchio la personalità e la sensibilità dell’autrice. E’ la storia del caos che se lo sai mettere in ordine, almeno un po’, ridona centratura ed equilibrio prima di riperderlo nuovamente.
Essere una donna. Essere in relazione. La complessità. Il legame e la perdita. Il filo rosso.
Un progetto di autodeterminazione, di rabbia ma anche di ripresa in mano della propria femminilità e condizione. Un lavoro a flusso di coscienza che chiede di essere osservato con cura, per farci perdere nei dettagli e poi farci ritrovare nella vista d’insieme. Una composizione viscerale e istintiva, a tratti segmentata che riflette a specchio la personalità e la sensibilità dell’autrice. E’ la storia del caos che se lo sai mettere in ordine, almeno un po’, ridona centratura ed equilibrio prima di riperderlo nuovamente.
BIOGRAFIA:
Sognatrice ed introspettiva probabilmente già dal grembo materno, cresciuta srotolando pellicole per diletto con delle piccole analogiche, spesso anche usa e getta.
A 31 anni riceve in dono la prima reflex e sperimentando apprende la tecnica e il mezzo espressivo ricercando la magia di “cosa, come, perché” nello spazio dell’inquadratura, di un singolo scatto.
L’intuizione la lega con continuità al fluire della fotografia nella ricerca dosata del proprio punto di vista espressivo. La macchina fotografica diventa il suo “medium”.
Nel 2018 ha la fortuna di apprendere da un Maestro le basi della narrativa visuale sui cui oggi si concentra maggiormente.
Sognatrice ed introspettiva probabilmente già dal grembo materno, cresciuta srotolando pellicole per diletto con delle piccole analogiche, spesso anche usa e getta.
A 31 anni riceve in dono la prima reflex e sperimentando apprende la tecnica e il mezzo espressivo ricercando la magia di “cosa, come, perché” nello spazio dell’inquadratura, di un singolo scatto.
L’intuizione la lega con continuità al fluire della fotografia nella ricerca dosata del proprio punto di vista espressivo. La macchina fotografica diventa il suo “medium”.
Nel 2018 ha la fortuna di apprendere da un Maestro le basi della narrativa visuale sui cui oggi si concentra maggiormente.
VITTORINO ZAMBELLO – SIAMO TUTTI NIENTE
DESCRIZIONE
La fragilità ci rende esseri umani scintillanti ma anche delicati come cristalli. Un lavoro fotografico che indaga come dell’imperfezione si possa fare un punto di forza e di unione di una famiglia, e non una qualsiasi, proprio quella dell’autore. Uno sguardo poetico che racconta l’intimità di una casa e ce la restituisce con grande cura e delicatezza. Un progetto che parte dall’interno, in senso fisico e psicologico, e che ci racconta in modo universale le nostre imperfezioni e come i nostri legami siano ciò che ci dà la solidità necessaria per resistere all’impermanenza.
La fragilità ci rende esseri umani scintillanti ma anche delicati come cristalli. Un lavoro fotografico che indaga come dell’imperfezione si possa fare un punto di forza e di unione di una famiglia, e non una qualsiasi, proprio quella dell’autore. Uno sguardo poetico che racconta l’intimità di una casa e ce la restituisce con grande cura e delicatezza. Un progetto che parte dall’interno, in senso fisico e psicologico, e che ci racconta in modo universale le nostre imperfezioni e come i nostri legami siano ciò che ci dà la solidità necessaria per resistere all’impermanenza.
BIOGRAFIA
Vittorino Zambello si avvicina da autodidatta alla fotografia nei primi anni ’80, nel 1983 diventa socio CFCA Athesis (PD) e fonda nel 1985 il Fotoclub ’85 – Villanova Del Ghebbo (RO).
Ha al suo attivo numerose collettive di fotografia. Dal ‘94 al 2000 approfondisce e sviluppa una ricerca fotografica, condivisa con Gabriele Trevisan, dal tema Lungo il Po, che ha dato vita a una serie di dia-proiezioni.
Dal 2006 si attiva per l’organizzazione di serate culturali che propongono un intreccio di poesia e fotografia, mediante proiezioni di immagini legate ai testi poetici letti.
Nel febbraio 2007 allestisce una mostra dal titolo Percorsi interni. Nel 2010 predispone una nuova mostra fotografica itinerante dal titolo La fabbrica dei sogni. Da allora ha partecipato a diverse collettive e nel 2015-16 ha collaborato con la manifestazione Polesine fotografia.
Vittorino Zambello si avvicina da autodidatta alla fotografia nei primi anni ’80, nel 1983 diventa socio CFCA Athesis (PD) e fonda nel 1985 il Fotoclub ’85 – Villanova Del Ghebbo (RO).
Ha al suo attivo numerose collettive di fotografia. Dal ‘94 al 2000 approfondisce e sviluppa una ricerca fotografica, condivisa con Gabriele Trevisan, dal tema Lungo il Po, che ha dato vita a una serie di dia-proiezioni.
Dal 2006 si attiva per l’organizzazione di serate culturali che propongono un intreccio di poesia e fotografia, mediante proiezioni di immagini legate ai testi poetici letti.
Nel febbraio 2007 allestisce una mostra dal titolo Percorsi interni. Nel 2010 predispone una nuova mostra fotografica itinerante dal titolo La fabbrica dei sogni. Da allora ha partecipato a diverse collettive e nel 2015-16 ha collaborato con la manifestazione Polesine fotografia.
LUIGI BRUNI – LOCK UP
DESCRIZIONE
Esserci con intenzione in questa epoca di fragilità è una sfida per tutti. Un progetto che diventa viaggio interiore e ascolto sensibile delle contraddizioni e delle incertezze del nostro tempo, riflesse inevitabilmente sulla vita dei singoli. Un racconto visuale che è memoria universale di ciò che sembra alle spalle e che ancora ci minaccia. Un invito a tornare alle nostre origini, a non dimenticare che siamo parte di un tutto che ci accoglie e nonostante tutto, sostiene.
Una ricerca verso la libertà, che avevamo dato per troppo tempo scontata.
Esserci con intenzione in questa epoca di fragilità è una sfida per tutti. Un progetto che diventa viaggio interiore e ascolto sensibile delle contraddizioni e delle incertezze del nostro tempo, riflesse inevitabilmente sulla vita dei singoli. Un racconto visuale che è memoria universale di ciò che sembra alle spalle e che ancora ci minaccia. Un invito a tornare alle nostre origini, a non dimenticare che siamo parte di un tutto che ci accoglie e nonostante tutto, sostiene.
Una ricerca verso la libertà, che avevamo dato per troppo tempo scontata.
BIOGRAFIA
Per vocazione amo le immagini e amo immaginare.
Amo da sempre girare e osservare di nascosto, con discrezione, alla ricerca di punti di equilibrio precari, sensibile al richiamo di un’estetica che sa di sorpresa e meraviglia, attratto da geometrie in simbiosi con l’essere umano, a caccia di anime nascoste dietro sguardi senza nome.
Ciò che riprendo è frutto di momenti di intimità che non aspirano necessariamente a essere compresi o condivisi ma anelano solo a fare indugiare un attimo, a dare uno spunto per riflettersi con nuova prospettiva, come da uno specchio inclinato, prima di proseguire oltre.
Per vocazione amo le immagini e amo immaginare.
Amo da sempre girare e osservare di nascosto, con discrezione, alla ricerca di punti di equilibrio precari, sensibile al richiamo di un’estetica che sa di sorpresa e meraviglia, attratto da geometrie in simbiosi con l’essere umano, a caccia di anime nascoste dietro sguardi senza nome.
Ciò che riprendo è frutto di momenti di intimità che non aspirano necessariamente a essere compresi o condivisi ma anelano solo a fare indugiare un attimo, a dare uno spunto per riflettersi con nuova prospettiva, come da uno specchio inclinato, prima di proseguire oltre.
HELENA SUDULIC – SPIRITI CONGIUNTI
DESCRIZIONE
La fotografia è un linguaggio multistratificato che consente di fare attività di pensiero e, allo stesso modo, di usare le mani e la creatività nell’azione salvifica del “fare”. Ne nasce un viaggio visivo ironico e acuto, conseguenza di una grande necessità interiore dell’autrice, che ci accompagna tra i fantasmi che vivono nella testa e che non ci lasciano mai. Un grande atto psicomagico universale per guardare in faccia, con un sorriso, tutti i nostri mostri, esorcizzare le nostre paure e prendere per mano l’uomo nero che vive sotto il nostro letto.
La fotografia è un linguaggio multistratificato che consente di fare attività di pensiero e, allo stesso modo, di usare le mani e la creatività nell’azione salvifica del “fare”. Ne nasce un viaggio visivo ironico e acuto, conseguenza di una grande necessità interiore dell’autrice, che ci accompagna tra i fantasmi che vivono nella testa e che non ci lasciano mai. Un grande atto psicomagico universale per guardare in faccia, con un sorriso, tutti i nostri mostri, esorcizzare le nostre paure e prendere per mano l’uomo nero che vive sotto il nostro letto.
BIOGRAFIA
Helena con H della casa Sudulic.
Nata dalla terra rocciosa istriana.
L’ultima del mio cognome.
Regina delle scelte di vita discutibili, l’empatia struggente e dei nuovi inizi.
Signora della vita in campagna con la metropoli nel cuore.
Protettrice delle donne, i bambini e gli animali tutti (tranne le rane, blah)
Principessa delle fotografie e i viaggi mentali.
Khaleesi del… (mi piacerebbe).
La “rotta” ma non spezzata, la non precisa, la non puntuale…
La madre “draghessa” dei due figli maschi, due cani e una cavalla.
Regina di “da domani dieta”.
Distruttrice di ogni buona indicazione su come iniziare, sviluppare e
portare a termine un progetto fotografico.
Helena con H della casa Sudulic.
Nata dalla terra rocciosa istriana.
L’ultima del mio cognome.
Regina delle scelte di vita discutibili, l’empatia struggente e dei nuovi inizi.
Signora della vita in campagna con la metropoli nel cuore.
Protettrice delle donne, i bambini e gli animali tutti (tranne le rane, blah)
Principessa delle fotografie e i viaggi mentali.
Khaleesi del… (mi piacerebbe).
La “rotta” ma non spezzata, la non precisa, la non puntuale…
La madre “draghessa” dei due figli maschi, due cani e una cavalla.
Regina di “da domani dieta”.
Distruttrice di ogni buona indicazione su come iniziare, sviluppare e
portare a termine un progetto fotografico.
ANDREA ZADRO – REBORN
DESCRIZIONE
Il bianco e il nero, le due polarità, nette separate e mai mescolate. Cosa succede se uno sguardo arrabbiato si mette a produrre immagini? La vita a volte richiede un gusto visivo deciso per essere raccontata. Ecco la storia di una rinascita che brucia dalle ceneri, di un fuoco devastante che prima aveva distrutto ogni cosa. E poi il bianco che appare troppo abbagliante perché sei stato troppo tempo al buio e l’occhio si deve riabituare alla luce. Un lavoro di grande tensione che ci porta in un mondo intimo e di grande intensità.
Il bianco e il nero, le due polarità, nette separate e mai mescolate. Cosa succede se uno sguardo arrabbiato si mette a produrre immagini? La vita a volte richiede un gusto visivo deciso per essere raccontata. Ecco la storia di una rinascita che brucia dalle ceneri, di un fuoco devastante che prima aveva distrutto ogni cosa. E poi il bianco che appare troppo abbagliante perché sei stato troppo tempo al buio e l’occhio si deve riabituare alla luce. Un lavoro di grande tensione che ci porta in un mondo intimo e di grande intensità.
BIOGRAFIA
Classe ’75, inizio a fotografare “a caso” con una macchina rubata (a mio padre) evolvendomi quando mi regalano un’analogica moderna con la quale comincio a fotografare un pò meno a caso. Abbandono la fotografia all’inizio dell’era digitale: troppo facile, mi sento tradito. Nel frattempo la fotografia cambia infischiandosene del vile tradimento, ma dopo alcuni anni conosco casualmente una fotografa che “a caso” non fotografa e che riaccende in me l’interesse solo sopito. Riparto facendo pace con il digitale, senza trascurare il primo amore. Alla costante ricerca della buona foto, sentendo l’esigenza di nuove sfide, voglio provare a raccontare storie più complesse, scoprendo nelle serie fotografiche un ulteriore coniugazione del fotografare che consolida l’idea che fare foto è, per me, soprattutto un viaggio introspettivo attraverso le immagini, le persone che incontro e le sensazioni che provo.
Classe ’75, inizio a fotografare “a caso” con una macchina rubata (a mio padre) evolvendomi quando mi regalano un’analogica moderna con la quale comincio a fotografare un pò meno a caso. Abbandono la fotografia all’inizio dell’era digitale: troppo facile, mi sento tradito. Nel frattempo la fotografia cambia infischiandosene del vile tradimento, ma dopo alcuni anni conosco casualmente una fotografa che “a caso” non fotografa e che riaccende in me l’interesse solo sopito. Riparto facendo pace con il digitale, senza trascurare il primo amore. Alla costante ricerca della buona foto, sentendo l’esigenza di nuove sfide, voglio provare a raccontare storie più complesse, scoprendo nelle serie fotografiche un ulteriore coniugazione del fotografare che consolida l’idea che fare foto è, per me, soprattutto un viaggio introspettivo attraverso le immagini, le persone che incontro e le sensazioni che provo.
INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE
(info@frequenze-visive.it)
(info@frequenze-visive.it)
Orari di apertura della mostra e programma:
Venerdì 22 ottobre
dalle 18.00 alle 20.00: Inaugurazione
dalle 19.00 LECRI Dj Set
dalle 18.00 alle 20.00: Inaugurazione
dalle 19.00 LECRI Dj Set
LECRI inizia il suo percorso musicale come Dj, dalla scuola punk-rock e garage, per la diffusione di pezzi meno conosciuti e gruppi delle etichette a cui è più legata come l’indipendente Kill Rock Stars, le Riot grrrl dei primi anni novanta.
Dopo avere fondato la Netlabel Electronicgirls insieme ad un gruppo di musiciste nel 2010, l’attenzione e la ricerca musicale si sposta verso sonorità elettroniche e minimali. L’Elettronica, la House più ricercata e la Disco di vecchio e nuovo stile. La ricercatezza è ciò che caratterizza i set, oltre il commerciale e il reiterato per una proposta musicale alternativa, indipendente.
Il progetto live prende vita con l’uscita della traccia nella release Electronicgirls vol II, e la formazione di un gruppo “The expanding universe of Al-Joberal” , kraut/space oriented, ensamble elettronica dedita alla pratica della musica intuitiva.
Attualmente i set spaziano dalla musica sperimentale, elettronica alla techno. Diverse sono le collaborazioni con progetti artistico-culturali nella condivisione dei diversi linguaggi della sperimentazione ( Live Arts Cultures, Electro Camp, Trentacento ).
https://www.facebook.com/lecri.electronicgirls
Mixcloud: https://www.mixcloud.com/cri-pac
Dopo avere fondato la Netlabel Electronicgirls insieme ad un gruppo di musiciste nel 2010, l’attenzione e la ricerca musicale si sposta verso sonorità elettroniche e minimali. L’Elettronica, la House più ricercata e la Disco di vecchio e nuovo stile. La ricercatezza è ciò che caratterizza i set, oltre il commerciale e il reiterato per una proposta musicale alternativa, indipendente.
Il progetto live prende vita con l’uscita della traccia nella release Electronicgirls vol II, e la formazione di un gruppo “The expanding universe of Al-Joberal” , kraut/space oriented, ensamble elettronica dedita alla pratica della musica intuitiva.
Attualmente i set spaziano dalla musica sperimentale, elettronica alla techno. Diverse sono le collaborazioni con progetti artistico-culturali nella condivisione dei diversi linguaggi della sperimentazione ( Live Arts Cultures, Electro Camp, Trentacento ).
https://www.facebook.com/lecri.electronicgirls
Mixcloud: https://www.mixcloud.com/cri-pac
Sabato 23 ottobre
Apertura mostra dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30
Domenica 24 ottobre
Apertura mostra dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30
Apertura mostra dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30
Domenica 24 ottobre
Apertura mostra dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30
NORME ANTI-COVID
Sarà possibile accedere agli spazi espositivi unicamente con green pass e seguendo tutte le procedure anti COVID previste per legge.
Sarà possibile accedere agli spazi espositivi unicamente con green pass e seguendo tutte le procedure anti COVID previste per legge.