Mercoledì 10 febbraio 2016
Chi sono gli stupidi? Esistono gli stupidi in fotografia? Come si caratterizzano e si riconoscono? Il libro affrontato in questo incontro del salotto letterario di Frequenze Visive è “La stupidità fotografica” di Ando Gilardi, grande storico e studioso della fotografia.
Il libro, dedicato a Carlo M. Cipolla, parte proprio dalla definizione che egli dà di stupidità: lo stupido è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. Questa definizione si raccorda in ambito fotografico con un’altra celebre frase di Nadar: la fotografia è quel mezzo che consente anche a uno scemo, lui dice un “idiot”, di ottenere risultati per cui prima occorreva del genio.
“La stupidità fotografica” è un volumetto scritto in forma d’intervista, che a tutti i nostri lettori ha dato l’impressione di essere un “divertissement” sulla fotografia. Seppur scritto con un linguaggio molto semplice, il testo non è propriamente scorrevole nella lettura, perché mantiene il ritmo dello scherzo orale. Alla fine dell’intervista è corredato da una parte saggistica che riporta alcuni scritti di Gilardi e una serie di immagini esemplificative. E’ un testo pieno di citazioni dotte, sulla fotografia e non solo, che ha fatto venir voglia a tutti i partecipanti del gruppo di lettura di conoscere meglio Ando Gilardi e le sue opere. Si tratta infatti di un libro postumo che forse per essere veramente ben compreso presuppone la conoscenza anche dell’opera precedente dello studioso, sia come storico della fotografia, sia come reportagista.
Di seguito alcuni stralci del libro che hanno colpito particolarmente i singoli partecipanti del gruppo di lettura.
“A – E’ un avvio alla teoria del big-bang, temine che personalmente uso per indicare il principio della fotografia digitale di riproduzione infedele. Una volta pensavo di scrivere la storia della fotografia in esametri, la “Fotogonia”
P – Ne sarebbe capace, non è mai troppo tardi: sono sicura che sarebbe il primo e l’unico al mondo!
A – Un giorno il Padreterno/che a morte si annoiava/per non restar più solo/sai cosa ti inventava?/L’immagine che un piolo/schiacciando con un dito/creava sei per nove/magari l’infinito….”
“La fama e la gloria più che dei due ebrei “clandestini” Robert Capa e Gerda Taro fotoreporter del fotoreportage politico comincia subito nel 1936, primo anno della Guerra civile spagnola, per una foto che, secondo il testo per cui venne venduta, ritrae un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti. Quest’immagine è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate. Fu pubblicata, per la prima volta, sulla rivista VU, poi su Life, sul Picture Post e poi migliaia di altre volte.
Ebbene, il successo dell’istantanea, la sua “verità” sta nel fatto, come si è scritto migliaia di volte, che è costata una vita umana: e pare una favola ma è proprio su questo primitivo concetto sacrificale che si regge il valore del fotoreportage, così come in tante religioni per millenni e millenni si è basata la fede nell’esistenza di un Dio: e come sanno bene i lettori il sacrificio, il morto ammazzato è stato non sempre un agnello o una colomba ma un essere umano. Non irrido un bel niente: Abramo sale al monte con una capra, il figlio e un fascio di legna, poi un inviato del cielo gli ferma la mano che impugna il coltello di pietra così salvando il ragazzo che lascia posto alla capra. Confesso che nella mia vita mi sono esercitato parecchio a mettere un eroico caprone al posto del miliziano, mentre dalle nuvole a squarcio appare il barbone di Marx.”
“La fotografia non è una droga, anche se a volte lo pare, ma proprio il contrario: è un catalizzatore che fa emergere il buono e il cattivo, il bene o il male, il sano o l’insano che può trovarsi in ciascuno. Diane Arbus non sopportava la propria diversità, la “mostruosità” che la condannava alla solitudine e andava cercando con il suo apparecchio altri suoi simili, per usare una parola crudele: un proprio branco.”
“…non bisognerebbe dimenticare che chi fotografa non produce un’immagine ma la consuma, non fa un’immagine, non la crea, ma la prende da un immenso scaffale: dal vero, dalla natura, dagli eventi e molte volte da un’altra immagine.”
“…la melanconia che prova magari il fotoamatore, quando viene a sapere che le sue istantanee, diciamolo in modo stupido, sono come granelli di sabbia che cadono in un immenso Sahara e come granelli di sabbia non hanno valore “artistico”……
….Perchè questo bisognerebbe che tutti i fotografi si mettessero in testa: le fotografie non sono le caccole nuove dell’Arte, la diarrea che sbrodola da secoli e ha lordato il mondo con miliardi di Gioconde, ma le fotografie sono monete d’oro e più ce ne sono e più ne prendiamo, più siamo ricchi: la macchina fotografica fa di noi tutti dei Cresi, sentiamoci milionari almeno per questo.”
Rita Rossi
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Ando Gilardi è considerato il più irriverente fotografo e studioso che l’Italia abbia prodotto negli ultimi cento anni.
Autore di libri cult sulla fotografia e personaggio eclettico, con questo breve saggio in forma di dialogo, Gilardi fa un’incursione dispettosa e divertita sul concetto di stupidità in chiave fotografica, partendo dalle famose leggi sulla stupidità dell’economista Carlo M. Cipolla.
Il testo è corredato da una trentina di immagini di fotografia della Fototeca Storica Nazionale da lui fondata.
Pigri della lettura! …se finora avete sempre trovato una scusa per non leggere libri, noi vi diamo l’opportunità per iniziare a farlo.
La fotografia è cultura! e poter condividere con altri impressioni, dubbi, riflessioni è il metodo migliore per superare la pigrizia e diventare fotografi più colti e consapevoli.
Non basta solo scattare per crescere. La fotografia è filosofia, è riflessione, è un insieme di storie incredibili e di scatti stupefacenti che per essere compresi meglio non possono prescindere dal leggere.
Il quinto incontro si terrà a Febbraio 2016 alle ore 21.00 presso la sede di Frequenze Visive in Via Montale 1 a Vigonovo. Ingresso libero.
FIGO! VOGLIO VENIRE! COME FUNZIONA? Leggi il libro “La Stupidità fotografica” o vieni per sentire le impressioni di chi lo ha letto.
Vogliamo sentire la tua voce! Ognuno può dare un prezioso contributo con la propria testa! Ti aspettiamo!!!!!!